Quando si nomina il Gargano, il pensiero corre inevitabilmente alle spiagge di Mattinata e Vieste, alla foresta umbra, alla spiritualità di San Giovanni Rotondo, alle casette bianche e allo splendido santuario longobardo di Monte Sant’Angelo. Eppure, la porta d’ingresso più importante del promontorio del Gargano e del relativo parco nazionale è Manfredonia, città ricca di fascino e storia.

Manfredonia merita assolutamente una sosta, essendo una destinazione in grado di sorprendere anche il turista più esigente. Questa città merita d’essere visitata non solo nel periodo del Carnevale, considerato tra i più popolari di tutta la regione, ma anche durante le altre stagioni, in virtù di alcuni tesori artistici eccezionali e di un litorale davvero suggestivo.

Pronti a conoscere la storia e le bellezze di Manfredonia?

La storia di Manfredonia

Scalo principale della Puglia settentrionale già in età romana, l’antica Sipontum fu dotata, nell’XI secolo, di una basilica divenuta presto tappa dei pellegrini in viaggio per il vicino monte dell’Angelo. Santa Maria Maggiore è uno dei più illustri esempi di romanico pugliese. La chiesa diede nuovo slancio alla città, grazie alla presenza costante di centinaia di pellegrini e commercianti che giungevano fin qui da ogni parte d’Italia e d’Europa.

Tuttavia, Sipontum ha una storia molto più antica. Già nel II secolo a.C. era una importante colonia romana, fondata con finalità sia economiche che militari. Strabone ne parlava come di uno scalo fondamentale per il commercio dei cereali, collegato tramite un canale navigabile alla vicina Salapia. Gli sconvolgimenti climatici occorsi a partire dal XIII secolo d.C. contribuirono a rendere Sipontum inabitabile, a causa della malaria.

Fu allora che re Manfredi progettò la nuova città, tenendo conto delle crescenti esigenze di espansione economica dell’alta Apulia e della necessità di proteggere la popolazione dalle sempre più frequenti incursioni slave e arabe. Successivamente devastata dai turchi nel 1620, Manfredonia conobbe un lungo periodo di decadenza.

La sua nuova ascesa iniziò soltanto all’alba del XIX secolo, quando buona parte delle antiche mura furono abbattute per consentire l’espansione della città. Una storia lunga e travagliata, fatta di fortune alterne, ma che ha saputo lasciare enormi tracce, concentrate soprattutto nel centro storico della città.

Cosa vedere a Manfredonia

La Basilica di Santa Maria Maggiore è uno dei gioielli assoluti di Manfredonia, esempio di stile romanico pugliese. Purtroppo, è tutto ciò che rimane dell’antica Siponto, distrutta da un violento terremoto nel XIII secolo e, successivamente, coperta dalle paludi.

Dopo aver visitato la Basilica Superiore è necessario scendere nella cripta, realizzata all’interno di ciò che resta di un antico tempio, dotato di colonne e capitelli ognuno diverso dall’altro. Una vera meraviglia!

Anche la chiesa di Santa Chiara, rimasta a lungo abbandonata, merita una visita. Si tratta del luogo più misterioso della città, recante diversi altari barocchi in marmo e legno intarsiato, statue di santi ma, soprattutto, tele ricche di messaggi occulti, il cui significato non è mai stato completamente svelato. Il castello svevo fu fatto edificare da Manfredi, durante la fase di riorganizzazione e ricostruzione della città.

Oggi, il castello ospita le sale del Museo Archeologico Nazionale, la cui collezione più interessante è quella delle stele daunie. Si tratta di lastre di pietra decorate risalenti all’VIII secolo a.C., che probabilmente venivano utilizzate come stele funerarie dagli antichi Dauni, i quali popolavano un’area piuttosto ampia, che comprendeva anche quella che in seguito sarebbe stata occupata dalla colonia romana di Siponto.

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